ACONCAGUA PROJECT 2023

Una chiaccherata con Alessandra Segantin, sui social conosciuta come “Patagonitana”, accompagnatrice di media montagna, e che, come rappresentate Feminist Hiking Collective, partner italiano del Mountain Women of the World Network, ha partecipato all’Aconcagua Project 2023.

Ciao Alessandra! Prima di tutto presentati.

Ciao a tutti! Sono Alessandra Segantin, accompagnatrice di Media Montagna con credenziale internazionale UIMLA. Organizzo e accompagno escursioni di uno o più giorni in Italia e all’estero.

Come rappresentante, con Cecilia Mariani, del Feminist Hiking Collective, partner italiano del Mountain Women of the World Network, ho partecipato all’Aconcagua Project 2023.

Raccontaci di più sul progetto.

La spedizione prende spunto dal progetto “100% Women: la più grande cordata femminile al mondo”, e porterà 15 donne, appartenenti alle organizzazioni che fanno parte del Mountain Women of the World, sulla cima dell’Aconcagua, la cima più alta delle Americhe.

Una spedizione diversa, non commerciale, che verrà effettuata senza l’ausilio di guide, organizzata anche grazie a Mujeres a la Cumbre, il collettivo al femminile che riunisce le donne di montagna dell’Argentina, che ha dato un gran supporto dal punto di vista logistico e dell’organizzazione.

La nostra spedizione è nata quasi per scherzo, come celebrazione del progetto di ricerca portato avanti dal network Mountain Women of the World, formato da organizzazioni no-profit che rappresentano le donne che lavorano in montagna, e sovvenzionato dal FAO, sui cambiamenti nella vita delle donne legate alla montagna dopo il Covid che ha dato vita al libro Mountain women of the world – Challenges, resilience and collective power (scaricalo qui).

Quando siete partite dall’Italia?

Io e Cecilia siamo partite alla volta dell’Argentina il 23 gennaio, in modo da avere un po’ di tempo in più, rispetto alle nostre compagne di avventura, da dedicare all’acclimatamento, che devo dire, a parte un po’ di debolezza e mal di testa i primi giorni, è andato molto bene.

Quanto è durato l’acclimatamento?

Una settimana. Abbiamo passato una notte in rifugio, a 2900 metri. Siamo poi salite a 3200 e a 4300, dove ci siamo riposate. Abbiamo poi tentato di salire il Cerro Vallecitos (5500 metri) ma abbiamo deciso di fermarci alla forcella tra il Cerro Vallecito e il Cerro del Plata, a 5000 metri.

Com’è proseguita la vostra spedizione?

Dopo l’acclimatamento siamo tornate a Mendoza, dove volevamo prenderci un paio di giorni per risposare ma nel mentre siamo state raggiunte dalle altre donne che partecipavano alla spedizione, tra cui Muna, la ragazza nepalese, che ci ha portato le sciarpine votive con le preghiere e dove abbiamo anche incontrato la dottoressa Nora Vicario, ministro del turismo di Mendoza.

Sono stati dei giorni molto frenetici, durante i quali abbiamo dovuto preparare gli zaini e i pacchi e le casse in base a che campo dovevano andare. 

Abbiamo poi raggiunto con i mezzi l’ingresso del Parco Regional Aconcagua e siamo partite in direzione di Confluencia, il primo campo base, e Plaza de Mulas, il campo base avanzato. Fino a Plaza de Mulas, ci hanno appunto aiutato la mule a trasportare i pacchi. Poi avevamo dei portatori che ci hanno aiutate con la rotazione e a portare almeno le casse con il cibo ai campi più avanzati.

Abbiamo iniziato le rotazioni per trasportare ai campi avanzati tutta l’attrezzatura (i portatori ci aiutavano solo con le scorte di cibo), salendo prima fino a Plaza Canada e poi a Nido de Condores. Lì molte di noi hanno avuto un po’ di problemi di stomaco ed è difficile reintegrare i liquidi persi in quanto l’acqua dei due laghi vicini non era molto buona perchè la zona è pseudo vulcanica e l’acqua è piena di minerali. Abbiamo iniziato a fondere la neve che è un lavoro veramente lungo e occupa tutta la giornata. reintegrare i liquidi persi è molto importante perché, in questa zona, l’aria è molto secca.

Siamo ripartite poi per raggiungere Plaza Colera. A quasi 6000 metri, è l’ultimo campo prima della cima. Il vento era molto forte e, anche lì, abbiamo passato le giornate a fondere la neve, per riuscire a bere, prima di partire per la cima.

Ci siamo svegliate alle 2 (sempre per fondere la neve) e alle 4.30 siamo partite per la cima. La temperatura era di -25. Dopo 300 metri di dislivello, sia io che Cecilia, abbiamo dovuto ritirarci.

La spedizione è stata comunque un successo. In cima sono arrivate 9 ragazze, sulle 14 partite.

Com’è stato rinunciare?

è stata molto dura perchè ovviamente ci tenevo tantissimo a raggiungere la cima. Ma arrivate a Plaza Colera ci siamo riunite con altre due ragazze della spedizione, costrette anche loro a rinunciare, e assieme ci siamo godute la discesa.

Com’è stata per te questa esperienza?

è stata molto dura, fisicamente ma anche mentalemente. Soprattutto il fatto che si utilizzi un approccio molto diverso dal nostro approccio alpinistico one-shot (si parte, si raggiunge la cima e si scende, senza giorni di pausa). Qui ci sono stati vari giorni di riposo o che siamo dovute stare ferme al campo per aspettare le condizioni migliori.

Faresti un’altra esperienza simile?

Sì, ma non sulla via normale dell’Aconcagua, che per me, è troppo commercializzata. Magari salirei dalla Via 360 o dalla Via dei Polacchi.

Come ti sei sentita al rientro in Italia?

Mi ci è voluto un po’ per riuscire a metabolizzare tutto. Ero molto stanca e spaesata.

C’è una delle compagne con cui hai legato di più? A parte Cecilia.

Con la cholitas Cecilia! Mi ha fatto un sacco di domande sulle Alpi e sulle Dolomiti e le piacerebbe moltissimo riuscire a venire a fare delle ferrate in Dolomiti. Ha una passione grandissima per la montagna.

Racconto divertente?

Quando le cholitas hanno vestito Muna dal Nepal e Julieta dall’Argentina come loro. E tutti pensavano che facessero parte delle cholitas.

Progetti futuri?

Per il momento mi dedicherò ai trekking e ai miei corsi. Propongo un corso di preparazione al trekking “a prova di bionda”, composto da 6 lezioni online e 4 uscite di difficoltà crescente. Sto poi organizzando il Palaronda Trek e l’Anello Zoldano. I trekking che organizzo li trovate sul mio sito www.patagonitana.com

Ho poi in mente due esplorazioni per la fine dell’anno, però vedremo più avanti.

Salutiamo Alessandra e la ringraziamo per la disponibilità. E non vediamo loro di incontrarci in montagna.

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