LA VAL SAN NICOLÒ E LE CRESTE DEL BUFFAURE

Due giorni nella meravigliosa Val San Nicolò e lungo le creste del Buffaure!

Lasciamo la macchina a Pozza di Fassa, più precisamente in località Vac (troverete un parcheggio sterrato, vicino alla caserma dei pompieri volontari e alla stazione del Soccorso Alpino). Da lì prendiamo l’autobus che ci porta fino a Alba di Canazei (maggiori info sugli autobus e i trasporti pubblici a questo link), da dove partiamo in direzione rifugio Contrin.

Dopo circa un’ora e mezza di camminata, raggiungiamo il rifugio Contrin (5km e 500m D+), dove approfittiamo della fantastica ospitalità di Giorgio, il gestore, e della figlia Francesca. Posto a 2016m, è uno dei più antichi rifugi di tutte le Dolomiti: venne costruito infatti nel 1897 dalla Società degli Alpinisti di Norimberga. Venne poi distrutto durante la Prima guerra mondiale e ricostruito dagli Alpini.

Il secondo giorno raggiungiamo prima il rifugio San Nicolò, dove ci fermiamo per una veloce pausa pranzo prima di ripartire ed affrontare le creste del Buffaure: un saliscendi in un ambiente unico di grande interesse dal punto di vista geologico e botanico nonché di grande fascino dal punto di vista paesaggistico. Una sorta di grandioso ondeggiamento che offre all’escursionista vasti panorami dall’orizzonte lontano. E sulla sottile traccia di cresta sembra di essere sospesi nell’aria, tanto il pendio degrada ripido sia sulla Val San Nicolò a sud che sulla piana di Ciampac e la Val Giumella a nord.

Il tracciato non è comunque difficile e corre tra pendii verdissimi, terra rossastra, rocce magmatiche, friabili o compatte, spesso nere. Nei passaggi più esposti ci aiutiamo grazie al cordino d’acciaio presente sul percorso e alle staffe di metallo.

Arriviamo poi alla stazione a monte dell’impianto del Buffaure, che ci riporta a Pozza di Fassa. Dalla stazione a valle della funivia, in 10 minuti di cammino, raggiungiamo poi le macchine. (11km e 900m D+)

LO SAPEVI?

Anche in Trentino abbiamo la nostra Cenerentola. Si chiamava Conturina e viveva con la matrigna e le sorellastre in Val Contrin, ai piedi della Marmolada.

Gelosa della sua bellezza e delle attenzioni che riceveva, al contrario delle sorellastre, da tutti i principi e e giovani cavalieri che visitavano la loro casa, la matrigna fece trasformare Conturina in una pietra e la fece incastonare sopra passo Ombrettola. Una notte, un giovane soldato di sentinella sul passo, udì un dolce canto. Era Conturina che affidava la sua storia al vento. Il soldato le promise che sarebbe tornato a liberarla, ma Conturina gli rispose che oramai era impossibile, poichè erano ormai passati troppi anni dal lancio dell’incantesimo.

Si dice però che, se si alza lo sguardo verso i monti che sovrastano al Valle Ombretta, si possa ancora scorgere il suo volto incastonato nella roccia, E che, la sera, la si può ancora udire cantare.

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