ECUADOR, DALLE ANDE AL MARE

Il mio sogno era quello di fare un’esperienza dalle Ande fino al mare, dai 6000 metri fino a quota zero, in totale autosufficienza e organizzando il viaggio step by step, assieme al mio compagno, senza contattare un’agenzia viaggi. Un obiettivo piuttosto ambizioso che ovviamente nascondeva una buona dose di imprevisti. Infatti, abbiamo saputo soltanto in Ecuador che, per salire in vetta, bisognava avere una guida alpina, altrimenti non si poteva nemmeno partire dal rifugio. Certo, ci siamo anche detti: “E cosa fanno? Ti puntano una pistola alla tempia e ti dicono di non andare?” Ma il tempo era poco e siamo quindi andati a cercare una guida! Il lato positivo? Che presa in loco, si può risparmiare rispetto ad organizzare tutto da casa.

Affrontare un viaggio di questo tipo richiede tanto affiatamento con il tuo compagno, se c’è ve ne accorgete subito 🙂  Lo stress di un viaggio di questo tipo è, infatti, alto. Un altro errore del nostro viaggio “fai da te” è stato sull’acclimatamento: abbiamo sbagliato le tempistiche e i giorni di riposo tra una quota e l’altra.

Tatiana e il suo viaggio in Ecuador

Presi dall’euforia del momento e della bellezza del panorama, siamo arrivati e, già il primo giorno, abbiamo scalato un 4700 metri. Il secondo abbiamo “passeggiato” a 4000, poco sforzo, ma pur sempre attività. Il terzo giorno, salito un altro 4700 e, nella notte tra il terzo e il quarto (a mezzanotte per la precisione), siamo partiti per l’ascesa al Cotopaxi, un vulcano attivo delle Ande che si trova in Ecuador a quota 5872 metri.  Qualcuno potrebbe chiamarla follia, soprattutto se si considera che abbiamo tentato la cima sotto una fitta nevicata, raffiche di vento e temperature tra i meno 15 e i meno venti. Siamo arrivati a 40 metri dalla vetta, sentivamo l’odore dello zolfo che impregnava l’aria attorno noi. Le condizioni fisiche del mio compagno non erano ottimali, abbiamo quindi deciso di scendere e rinunciare alla cima. Rientrare non è stato facile.  Ma bisogna sempre ricordare che, quando si sale poi, bisogna anche avere la forza per tornare indietro con le proprie gambe.

Volcán Cotopaxi (questa foto, e le altre scattate in condizioni estreme, è stata fatta con Trekker X4 di Crosscall)

Un giorno e mezzo di pausa, ed eccoci ancora in pista, per salire il Chimborazo (6310 metri), la cima più alta dell’Ecuador. Questa volta, a causa dello stress fisico subito per più giornate consecutive e per la mancanza di riposo, avevo la febbre. Ma non si poteva rimandare e quindi ho preso la tachipirina e abbiamo comunque provato l’ascesa. Questa volta la rinuncia è stata a 100 metri dalla vetta. La guida si è complimentata con me, perché anche con la febbre ero arrivata a 6100 metri. Io invece volevo solo piangere, ero molto amareggiata dalla rinuncia.

Tatiana con il suo compagno

Ho chiesto scusa al mio compagno che, per colpa mia, non ha potuto raggiungere la vetta. Mi ha risposto che non era importante e che, quello che contava era vivere una cosa così grande assieme e di aver fatto tutto con le nostre forze.  A mente fredda, posso dire che aveva ragione, solo ora riesco a rendermene conto. Abbiamo fatto tanto e imparato tanto. Ci siamo messi in gioco, abbiamo provato, sbagliato, imparato. Abbiamo sofferto, pianto, sorriso.

Tatiana a Laguna Del Quilotoa

Dopo questa esperienza, abbiamo ripreso la nostra macchina, noleggiata per non dover dipendere dai mezzi pubblici, e siamo ripartiti. Siamo stati nella Foresta Pluviale e poi a Panama, prendendo l’aereo ovviamente. Da Panama abbiamo trovato un passaggio per le Isole San Blas, dove abbiamo trascorso una settimana in barca a vela e conosciuto la fantastica popolazione dei Kuna.

San Blas Islands Panama

Un viaggione, un’esperienza unica. II consiglio che posso darvi è di non affidarvi alle agenzie, organizzare il meno possibile, anche a costo di correre qualche rischio. Interagite il più possibile con la popolazione locale e soprattutto, divertitevi, ridete più che potete. I momenti difficili, forse anche le lacrime, ci saranno… ma poi ricorderete gli attimi felici, e non quelli in cui avete pianto.

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