LA RAGAZZA VOLANTE

Ha fatto del Base Jumping il suo stile di vita. Lei è Josephine Bianca Eve, giovanissima amante dei viaggi,  co-founder e direttrice di Fun and School a Milano dove si insegna l’inglese, l’arte e lo sport in maniera innovativa, attraverso la comunicazione, il divertimento e la creatività. L’abbiamo incontrata dopo il suo ennesimo lancio dal Monte Brento, in Trentino, e precisamente dall’esposta roccia denominata Becco dell’Aquila. Perché le montagne c’è chi le sale ma anche chi, come lei, con coraggio le scende.

Nel pensiero comune il base jumping è uno sport da “fuori di testa”. Ci dai il tuo parere a riguardo?

In effetti mi è stato detto diverse volte, eppure io penso proprio il contrario. Purtroppo non ci sono regole che vietano agli “scavezzacolli” di non saltare, ma per quanto riguarda me, come per tanti altri, questa disciplina mi ha insegnato molto in poco tempo.  Prima ero più distratta e davo poca importanza a certe qualità, mentre ora sento di aver sviluppato caratteristiche che reputo fondamentali nella vita, come la precisione, la conoscenza dettagliata di ogni situazione che  bisogna affrontare e l’acutezza.

Cosa ti ha portato all’attività del base jumping e quali i tuoi obiettivi futuri?

Essendo paracadutista avevo sentito parlare diverse volte del Base Jumping , ma non mi ha mai incuriosito finché non ho accompagnato un amico basejumper in cima al monte Brento. La fatica che ho provato per arrivare in cima, il contatto con la natura e ovviamente l’adrenalina che ho sentito sono stati decisivi per farmi innamorare di questo sport.  Non ho ancora obbiettivi futuri precisi,  devo prima imparare ancora molto e non ho nessuna fretta nel farlo… d’altronde chi va piano va sano e lontano!

Quale l’emozione al primo lancio?

Più che un emozione direi un mix di tutte le emozioni. Mentre mi stavo preparando la mia mente era attraversata da pensieri forti e rumorosi.  Appena mi misi in posizione, pronta per fare il passo decisivo, la mia mente smise di lavorare tanto. Pensieri ed emozioni non esistevano più, facendo così emergere spontaneamente una consapevolezza nuova, una presenza al di là del pensare, dell’intendere, del dare significato ma di vivere al 100% l’istante.

Lo consiglieresti? e se sì, perché?

Consiglierei di diventare basejumper alle persone che sono veramente sicuri di quello che si sta facendo, solo a persone esperte. Anni di esperienza da paracadutista e due anni di salite sul monte Brento, questo è stato il mio iter prima di essere sicura del lancio. Consiglio assolutamente di fare il tandem (ovvero il salto attaccato ad un istruttore esperto). Io lo ho fatto con la BrentoBaseSchool, dei veri professionisti. Preferisco precisare che vorrei tanto che tutti provassero almeno una volta, dopo il salto la vita ha un altro sapore.  

Ci puoi svelare un aneddoto curioso capitato durante la tua attività di jumper?

Ho visto una volta una signora piangere di gioia abbracciando l’istruttore dopo un salto in tandem, la sua felicità e la sua gratitudine mi hanno commossa così tanto, che non sono riuscita a trattenere le lacrime. Emanava un’energia intensa e mi sono sentita veramente fortunata di vivere quel momento.

 Vivi a Milano ma…ti senti una “donna di montagna”?

Assolutamente sì. Ho vissuto in diverse parti del mondo, proprio per questo per me casa è dove ci si sente comodi e in montagna io mi sento libera e totalmente a mio agio.

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