COL DI POMA

Questa domenica saremo solo donne, lo scopriamo sabato pomeriggio e ci esaltiamo subito. È già divertente per definizione.
Gli altri compagni di sciata ci piacciono molto: sono esperti di escursioni, sanno usare bene l’Artva (dicono, perché grazie a Dio non ne abbiamo conferma), conoscono quasi tutti i nomi delle cime intorno, sanno con precisione quanto dislivello manca. Tutte qualità sulle quali non ci sentiamo perfettamente ferrate, lo ammettiamo, ma la vita è lunga e noi abbiamo iniziato da poco.

Tuttavia, vogliamo provare.  Siamo in cinque e abbiamo cinque diverse versioni delle previsioni meteo per la giornata, ma almeno di questo non abbiamo colpa.
A parte il brutto-quasi tragico-schiarite nel pomeriggio, il bollettino valanghe è dalla nostra parte e sembra essere l’unico visto che, esasperate, dobbiamo dovuto ricorrere alla chat parallela womens only in whattsapp per organizzarci al riparo da chi ci vede morte già prima di metterci gli scarponi. La fiducia e l’ottimismo manifestati dal genere maschile nei nostri confronti ci affascinano sempre e ci caricano ancora di più.

La strada la conosciamo: il Col di Poma in Val di Funes (Alto Adige) è una gita facile, adatta a tutti, con partenza da Malga Zannes e un dislivello contenuto di 750 mt, sviluppati in un primo momento su una bella e semplice strada forestale nel bosco (nonchè divertentissima pista da slittino) che in breve tempo però si abbandona in direzione della caratteristica Malga Kaserill Alm. Da qui sempre in traccia su pendii aperti ma che fortunatamente non richiedono mai una tecnica da istruttore per fare le inversioni, si arriva alla forcella e nelle giornate in cui non c’è nebbia in pochi minuti si è alla croce di vetta.

Piccole incomprensioni e imprecisioni geografiche al parcheggio (scopriamo che ce ne sono tre e che ancora non sappiamo riconoscere la macchina delle nostre amiche) ci rallentano solo un po’, facciamo il cancelletto e poi partiamo sotto una leggera ma costante nevicata, che si trasforma presto in una nebbia fittissima.
Dopo qualche pausa tè caldo – cioccolata (questa è nuova, provala) – barrette (homemade) e sbadilate di frutta secca, arriviamo alla selletta finale a pochi metri dalla croce, dove dopo un summit stile G8 decidiamo di fermarci perché non riusciamo neanche a vederci tra noi.

La discesa polverosa comunque merita, tanto che decidiamo di ripellare, costeggiamo il pendio e finalmente approdiamo alla Malga Gampen, dove ingurgitiamo più calorie di quante ne abbiamo usate (ciao bikini ciao).

All’uscita ci aspetta una sorpresa, la nebbia si è diradata e il sole illumina le Odle innevate. Anche oggi ringraziamo di non abitare nell’hinterland milanese.
Ci godiamo beate la discesa morbida sui prati, ce la ridiamo, ci facciamo i selfie, senza che nessuno ci dica che ne abbiamo già fatti tanti e che é impossibile che veniate tutte bene.  A me sembra invece che sia possibile.  Non abbiamo raggiunto la cima, ma l’obiettivo della giornata sì.

Special thanks to Elisa, Elena, Elisa e Cristina

 

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