Eccoci qui, prontissime a vivere il nostro primo cammino. Scegliamo il Cammino di Oropa, un percorso semplice che attraversa il Biellese, un territorio accogliente, fatto di paesaggi inaspettati e borghi pittoreschi.
Decidiamo di affidarci ai consigli del sito dedicato al cammino e di percorrere i 60 km che separano Santhià dal Santuario di Oropa in quattro giorni per goderci al meglio ogni tappa del percorso.
Prima tappa: Santhià – Roppolo, 16,5 km, + 230 m
Partiamo da Santhià con lo zaino colmo di entusiasmo e curiosità e con le credenziali ritirate all’info point del paese. Primo timbro fatto!
Per questa prima tappa lungo il percorso ci guidano i simboli del cammino di Oropa, la lettera O che rappresenta la Madonna che abbraccia il bimbo, e da quelli della Via Francigena, non possiamo sbagliare!
Un susseguirsi di colori intensi dell’estate della pianura, di piccoli paesi sonnecchianti e passanti che ci augurano il “buon cammino”. È una tappa semplice, pianeggiante, solo il sole di fine giugno si fa sentire e le pause si susseguono e sono occasione di racconto e condivisione.
Laviamo il calore del cammino con un tuffo nel Lago di Viverone, pochi km oltre Roppolo, la nostra meta finale dove ci aspetta una notte alla Casa del Movimento Lento, associazione che si fa custode e promotrice del cammino lungo il nostro Stivale. Sara ci accoglie con il sorriso, ed è un bel regalo in chiusura di questa nostra prima giornata.
Seconda tappa: Roppolo – Torrazzo, 17,4 km, + 400 m
A darci il buongiorno oggi è Sara, con la colazione servita nel giardino della Casa del Movimento Lento. Quando verrete a percorrere il cammino ricordate di prenotare una notte in questo angolo dedicato a chi viaggia lento!
Lasciamo Roppolo e iniziamo a salire lungo i sentieri che ci portano sulla sommità della Serra Morenica, un altopiano che da lontano pare una linea piatta, dritta dritta, e separa Ivrea da Biella.
Tra alberi di kiwi, vigneti, ulivi e campi arati il cammino scorre piacevolmente. Fino a Magnano, al monastero di Bose e la chiesetta di San Secondo prima, e al centro del paese poi. Uno di quei piccoli borghi dove, dal tavolino del bar hai la vista sulla chiesa, il municipio, la bottega.
Ancora un’ora di cammino immerse in un bosco di betulle e faggi altissimi e siamo a Torrazzo. Piccolo borgo di 200 persone (sono emigrati tutti in Francia, ci dicono) dove l’accoglienza di Marco al Boccio(dromo) ci regala una cena in allegria.
Terza tappa: Torrazzo – Santuario di Graglia, 16 km, + 550 m
Ci sveglia il suono delle campane di Torrazzo e ci mettiamo presto in cammino. È una di quelle giornate in cui la luce del primo mattino ti confida che quella appena iniziata sarà una buona giornata.
La nostra camminata prosegue per qualche km lungo la Serra Morenica, tra i boschi di faggi, betulle, castagni per poi piegare verso est e iniziare a risalire le Prealpi Biellesi.
Il paesaggio è nuovo, diverso rispetto a ieri. Il movimento lento del cammino ti dà la consapevolezza di quanto i luoghi possano cambiare nel giro di una breve distanza. È un cammino tra i boschi quelli di oggi e le nostre soste sono con i piedi a mollo nei numerosi torrenti che attraversiamo.
Le gambe sentono di salire sempre più e la mente si accorge che l’imponente cupola del Santuario di Graglia è proprio là di fronte a noi. L’arrivo è colmo di stupore per il luogo fermo nel tempo che ci ospiterà per la notte. Il Santuario e la possibilità di dormire nella foresteria è sicuramente uno dei motivi per i quali non perdersi questo cammino. Un luogo affascinante, il silenzio quasi irreale, la vista sulla vallata di Biella…
Quarta tappa: Santuario di Graglia – Santuario di Oropa, 15 km, + 800 m
Risvegliarsi al Santuario di Graglia è aprire le imposte e i nostri occhi sulla pianura biellese, lasciare che lo sguardo, dall’alto degli 800 metri dove ci troviamo, corrano laggiù immaginandosi di raggiungere i paesini di pianura.
Colazione e poi via, ci attende la giornata più impegnativa, tutta in salita. Le chiacchiere lasciano spazio al silenzio quando le gambe iniziano a salire, tra i boschi e le felci fittissime che quando meno te lo aspetti si aprono e ti mostrano il panorama e quella piccola soddisfazione di essere arrivata qualche metro più su.
Un tratto di tornanti stretti nel bosco fino a quando giriamo l’ultima curva e lo vediamo lì di fronte a noi, il Santuario di Oropa, imponente e maestoso. Mi chiedo come possa trovarsi quassù, incastonato tra le vette.
Da lontano sembra grande, da vicino infinito. Un susseguirsi di spazi, stanze, corridoi, finestre, ingressi.
Torniamo a casa con la curiosità e con una grande soddisfazione. Il primo cammino, la voglia di aprire la mappa e trovare il prossimo da percorrere, la gioia di aver detto un nuovo Sì che ha aperto le porte a un’esperienza molto arricchente.
Per tutte le info potete visitare il sito del Cammino di Oropa.