Quando sul tuo cammino di vita incontri delle belle persone con cui poter condividere passioni, interessi e, con un pizzico di follia ecco cosa ne esce..
Io ed Elisa ci siamo conosciute alcuni anni fa grazie alla stessa passione per la corsa. Siamo entrate subito in sintonia e tra un allenamento e l’altro, trasferte per partecipare alle gare e Km e Km di chiacchiere, abbiamo deciso di intraprendere un percorso diverso dal solito, ovvero un piccolo sogno per entrambe; fare un cammino.
Decidiamo così di fare il Cammino degli Dei in 4 giorni Bologna / Firenze 130 Km attraversando l’Appennino Tosco-Emiliano.
Dopo aver deciso le date e le tappe, Elisa si mette subito alla ricerca degli alloggi dove passeremo le notti. Sembra un impresa davvero ardua visto che le strutture sono tutte al completo, ma alla fine tutto va a gonfie vele. I giorni che precedono la partenza sono ansiosi, mille dubbi, timori,ci riusciremo?, i Km ci sembrano davvero tanti ,cosa mettere nello zaino, quanti Kg siamo in grado di sopportare, quanto cibo , quanto liquidi, il meteo…tante paranoie, ma la nostra voglia di provare questa nuova avventura di cercare quel qualche cosa che non sappiamo ancora cosa è forte e così con un pizzico di follia partiamo.
Partiamo da Trento per raggiungere Bologna Piazza Maggiore per ritirare credenziali e mappa del tracciato. Oltre ad avere lo zaino che pesa 8 Kg, bastoncini abbiamo le farfalle nello stomaco per tutto quello che ci aspetterà,ma comunque ci dirigiamo in piazza. Arrivate li ci rendiamo conto che non sarà proprio un cammino solitario visto la folla di persone con il nostro stesso obiettivo di conseguenza l’ansia e i dubbi se ne vanno e lasciano il posto all’emozione. L’aria che si respira è davvero indescrivibile tutti che si confrontano come se si conoscessero da sempre. Anche noi orsette di montagne ci inseriamo nelle varie chiacchiere.
1° TAPPA: Bologna – Brento circa 32 Km D+ 1096
Fortunatamente il tempo è dalla nostra parte, non è ne troppo caldo di conseguenza sotto questo aspetto ci riteniamo fortunate. Dopo qualche Km cittadino imbocchiamo la salita che ci porta al Santuario di San Luca ,un tracciato paricolare, sotto a degli archi storici che ci portano a godere di un panorama mozzafiato ,Bologna dall’alto. Primo timbro alla nostra credenziale e poi giù per parco della Chiusa per poi costeggiare il Reno e arrivare a Palazzo Rossi. Da qui proseguiamo senza sosta alla volta di Sasso Marconi dove si pensava di fare una brevissima sosta per ristorarci. Prima dell’abitato però il nostro sentiero ci indica di svoltare a sinistra e pensando di arrivare comunque nel paesino rimaniamo a bocca asciutta…. il percorso non prevede il passaggio. Non ci preoccupiamo comunque perché acqua e cibo non ci mancano. La fatica comincia a farsi sentire ma abbiamo ancora due salite impegnative, Monte del Frate e Monte Adone. Quest’ultimo è un po’ più impegnativo non solo per il dislivello ma anche per il terreno. Arrivate in cima la vista è davvero notevole e la stanchezza si fa da parte e lascia spazio alle emozioni. Li troviamo altri pellegrini e tra uno scatto e l’altro scendiamo alla volta di Brento. Arrivate alla trattoria del Monte Adone attendiamo la signora del casale Borgo Pizzicarè dove alloggeremo assieme ad altre due ragazze .
2° TAPPA: Monzuno – Passo della Futa KM 29 D+ 1156
Dopo un abbondante colazione ci dirigiamo alla volta di Monzuno da dove parte la nostra seconda tappa. Anche qui troviamo nuovi e” vecchi” viandanti, due chiacchiere una breve consultazione per quanto riguarda la successiva tappa, forma fisica, piedi,gambe e schiena e via per scoprire nuovi panorami. L’umore è alle stelle, ci sentiamo riposate e mentre chiacchieriamo con altre persone ci inoltriamo in uno scenario davvero affascinante. Tratti di sentieri romani, , prati e colline ci ritroviamo sul confine tra Emilia Romagna e Toscana per poi arrivare al cimitero militare al Passo della Futa. Ci dirigiamo in Loc. Traversa dove veniamo ospitati al B &B Bar Bibo dove trascorreremo la notte. Qui Elisa mi comunica che in nostra compagnia ,o meglio della sua, sono comparse le temute vesciche ai piedi. Ok iniziamo con cerotti e altro….” La notte porta consiglio” x il giorno dopo ci penseremo.
3° TAPPA: Passo della Futa a San Piero a Sieve KM 27 D+519
La mattina ci alziamo con il pensiero delle vesciche, ma Elisa mi rassicura dicendo che possiamo proseguire …
Imbocchiamo il sentiero che da Passo della Futa ci porta a Monte Gazzaro dove si vedono in lontananza le pale eoliche e con questo punto di riferimento ricostruiamo il tracciato fin qui fatto. Scendiamo per una ripida discesa di scalini per raggiungere la storica Osteria Bruciata ma invece che trovare l’osteria troviamo il box del camminatore ovvero una scatola contenente beni di prima necessità (garze,cerotti,barrette,bustine di sali minerali, qualche maglietta, ecc.) Ogni viandante potrà prendere o lasciare qualche cosa. Anche qui troviamo molti pellegrini che approfittano dell’ombra per recuperano le forze prima della lunga discesa che ci porterà a San Piero a Sieve.Nel frattempo Elisa, nonostante le sue vesciche, procede a passo spedito e tra una foto una chiacchiera raggiungiamo il nostro B&B, il Nido di Gabbiano, che si trova proprio sul nostro percorso dove passeremo la nostra ultima notte prima di arrivare a Firenze. Dal nostro B&B a San Piero a Sieve la tratta non è molto lunga ma visto che le vesciche di Elisa sono diventate parte del suo corpo e non sente più nulla, decidiamo di lasciare lo zaino al B&B. Dopo esserci ristorate un po’decidiamo di ripartire alla volta di San Piero a Sieve in totale leggerezza per recuperare KM e risparmiarli il giorno dopo. Il tratto è su tutta strada asfaltata ma senza lo zaino ci sembra di volare. Spalle libere e gambe leggere raggiungiamo il paese e non contente ci portiamo alla rocca tutti Km risparmiati per il giorno successivo. Oggi il caldo si fa sentire ma l’emozione e la gioia per essere arrivate fino a qui ci appaga di tutto. Un piccolo brivido scende alla schiena al pensiero dell’ultima tappa. Ci aspettano 38 KM per raggiungere il nostro obiettivo.
4° TAPPA: San Piero a Sieve a Firenze 38km D+1216
Elisa si sveglia con le sue compagne d’avventura ….. e in un momento di sconforto mi dice che probabilmente non riuscirà ad arrivare a Firenze ma cercherà almeno di arrivare a Fiesole per poi prendere il bus che porta a Firenze. Io cerco di essere ottimista e comincio a buttare giù qualche alternativa per alleggerire la sua situazione. Innanzi tutto chiedo se almeno se la sente di ripartire perché altrimenti, soluzione di ripego,abbiamo le nostre famiglie in arrivo che ci stanno raggiungendo a Firenze, facciamo una telefonata ,fanno una deviazione e ci passano a prendere. Il suo orgoglio da guerriera mi dice che vuole partire, poi si vedrà il da farsi strada facendo,e così facciamo.
Iniziamo con la prima salita per poi godere del panorama di San Piero a Sieve . La giornata si preannuncia molto soleggiata e calda ma noi passo dopo passo maciniamo KM. Il paesaggio anche oggi non ci delude, strade bianche e viali di cipressi, distese di ulivo boschi e distese di prati. Arriviamo al Convento di Monte Senario dove vale veramente la pena di fermarsi godere dell’ombra degli alberi l’acqua fresca della fontana prima di immergersi nel caldo afoso cittadino di Firenze. L’ultimo tratto ci attende una distesa di prati aperti con vista mozzafiato e in lontananza si intravede il cupolone di Firenze. Arrivate a Fiesole faccio decidere ad Elisa se vuole proseguire o meno. Abbiamo ancora circa 8 Km per arrivare a Firenze ma sappiamo che gli ultimi Km sono sempre i più duri. Mi risponde dicendo che ormai non sente più nulla …. Arriviamo a Firenze in Piazza della Signoria dove ad attenderci c’è Alessio marito di Elisa e Stefano mio marito con Davide e Simone, i nostri figli. L’emozione è stata davvero grande. Sicuramente questa avventura è stata molto forte ma significativa. Camminare nella libertà più totale ascoltare i propri passi ma ascoltarsi anche dentro e magari migliorarsi. Certe esperienze sono difficili da spiegare con le parole o con delle foto, bisogna viverle appieno. Ringrazio comunque ancora Elisa per questa spettacolare avventura e mi auguro ce ne siano altre. Auguro a Voi di poter intraprendere un cammino come il nostro per provare le stesse emozioni.