Quando metti piede su un sentiero che ti condurrà sul tetto d’Africa, non cammini solo tra rocce e cielo: cammini accanto a chi ha osato prima di te. Questo documento è un piccolo omaggio a quelle donne che hanno tracciato il sentiero della libertà, della scoperta e della sorellanza.
Le Pioniere
Tra le prime donne che si muovevano tra i sentieri del Kilimangiaro, agli inizi del Novecento, una figura spiccava per coraggio e determinazione, quella di Sheila MacDonald.
Correva l’anno 1927 quando questa esploratrice scozzese raggiunse la cima del Kibo, diventando la prima donna documentata a conquistare il tetto d’Africa. A quei tempi, non c’erano scarponi tecnici né giacche a vento moderne — solo passione, resilienza e sete di scoperta. Sheila affrontò la montagna con coraggio e determinazione, aprendo la strada a generazioni di viaggiatrici ed esploratrici. (Gertrude Benham → Una pioniera dell’alpinismo femminile scalò il Kilimangiaro nel 1909, ma non fino alla cima assoluta)
Negli anni ’60 e ’70, salire il Kilimangiaro significava rompere le barriere di genere nel mondo dell’alpinismo. Molte di queste scalatrici erano insegnanti, infermiere, viaggiatrici curiose, non atlete professioniste. Alcune cercavano una prova di forza interiore, altre volevano ispirare le proprie figlie. Nei racconti delle guide locali si ricordano con affetto donne come Maria Mchome, tra le prime tanzaniane ad accompagnare gruppi in vetta — sfidando non solo la montagna, ma anche le convenzioni sociali del suo tempo.
Passi Recenti e Significativi
Negli anni ’60 e ’70, salire il Kilimangiaro significava rompere le barriere di genere nel mondo dell’alpinismo. Molte di queste scalatrici erano insegnanti, infermiere, viaggiatrici curiose, non atlete professioniste. Alcune cercavano una prova di forza interiore, altre volevano ispirare le proprie figlie.
Molte le spedizioni femminili organizzate per sensibilizzare su temi importanti.
Saray Khumalo – nata in Zambia e residente in Sudafrica, Saray Khumalo ha scalato per la prima volta il Kilimangiaro nel dicembre 2012. Questa impresa ha segnato l’inizio del suo percorso nell’alpinismo e ha ispirato la fondazione della sua iniziativa filantropica “Summits with a Purpose” nel 2013, con l’obiettivo di raccogliere fondi per progetti educativi in Africa. Nel 2019 o è diventata la prima donna africana nera a raggiungere la vetta dell’Everest.
Mandy Horvath: Nel 2021, Mandy Horvath, amputata bilaterale sopra il ginocchio, ha raggiunto la vetta del Kilimangiaro senza l’ausilio di protesi, utilizzando solo le braccia, diventando la prima donna a compiere tale impresa
Team Black Girls Trekkin (2018) Un gruppo di donne afroamericane ha conquistato il Kilimangiaro nel 2018 con l’obiettivo di sfidare gli stereotipi e dimostrare che l’outdoor è per tutti. Il loro viaggio ha avuto un impatto culturale importante e ha ispirato molte altre donne a mettersi in cammino.
Hope to New Heights: Un team composto da sopravvissute al cancro ovarico ha affrontato la scalata e raggiunto la vetta nel luglio 2023 ensibilizzare l’opinione pubblica e raccogliere fondi per sostenere i programmi della National Ovarian Cancer Coalition (NOCC) e la ricerca sul cancro ovarico
Rosemary Saal – Nel 2018 ha co-guidato la prima spedizione statunitense interamente composta da afroamericani e nel 2024 ha guidato una spedizione tutta al femminile “Above the Clouds” di nove donne nere provenienti da diversi stati degli USA. L’obiettivo era creare uno spazio di comunità e connessione per donne della diaspora africana, rompendo gli stereotipi su chi “appartiene” alla montagna
Donne africane
Anche le donne tanzaniane stanno lasciando il segno. Nonostante il percorso sia ancora difficile, alcune, come Gloria Mathayo Katamboi, oggi lavorano come guide certificate, accompagnando gruppi internazionali verso la cima. La loro presenza è ancora rara, ma fondamentale per cambiare la narrativa e ispirare le generazioni future.
Le italiane in vetta
Anche le italiane hanno fatto la loro parte:
- Nancy Biagiotti, nel 2023, ha scalato la montagna lungo la difficile Umbwe Route, portando con sé il tricolore e lo stemma di Velletri, sua città natale.
- L’altoatesina Tamara Lunger ha guidato una spedizione sul Kilimangiaro nel 2022 per sensibilizzare contro le mutilazioni genitali femminili, dimostrando come l’alpinismo possa essere anche attivismo.
Ora puoi camminare con queste storie nel cuore, una voce che sussurra a ogni donna: “Se vuoi, puoi arrivare in cima”, Pole pole*
La frase “Pole pole” significa “piano piano” è un mantra per gli scalatori, sottolineando l’importanza di un’andatura lenta per acclimatarsi e raggiungere la vetta con successo.
#donnedimontagna
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