Da più di 10 anni, il 15 marzo si celebra la Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata alla lotta e alla prevenzione dei disturbi alimentari.

Potremmo dare solo la definizione del DSM-5 i disturbi alimentari (DCA): “caratterizzati da un persistente disturbo dell’alimentazione, oppure da comportamenti inerenti l’alimentazione che hanno come risultato un alterato consumo o assorbimento di cibo che compromette significativamente la salute fisica e il funzionamento psicosociale”.

Ma sono molto più di questo.

Potremmo compararli ad una voce che controlla la tua mente, ti fa credere di essere tua amica, la tua unica amica. Decide lei per te, decide cosa mangiare, quanto mangiare, se stai bene, e ti dirà che non sei abbastanza malata per farti aiutare, che ci sono persone che stanno peggio di te e loro avrebbero bisogno di aiuto, non tu.

Potremmo riportare molti dati, potremmo dire che i disturbi alimentari si presentano già dagli 8-9 anni, che si stima che in Italia siano 5 milioni le persone affette da questi disturbi, che una buona parte non sono diagnosticati, che le strutture dedicate in Italia sono solo 126.

Ma dietro ai numeri ci sono persone. E qualcuno di loro è riuscito a trovare il coraggio di raccontare la loro storia. E qualcuno è stato disponibile ad ascoltarle e a raccogliere le loro testimonianze in un documentario.

Light è un documentario realizzato nel 2021 dalla regista e scrittrice Caroline Treadway. Nel documentario, Caroline Treadway racconta le storie di Angie Payne, Emily Harrington, Andrea Szekely e Kai Lightner, quattro scalatori che nel corso della loro carriera hanno raggiunto i massimi livelli e condividono con coraggio le loro lotte e le loro intuizioni sulla pericolosa ricerca della leggerezza estrema. La narrazione è accompagnata dal racconto della regista delle proprie lotte con questo tipo di disturbo e dei suoi rapporti con i protagonisti e con la dottoressa Jennifer Gualdiani, autrice di Sick Enough: A Guide to the Medical Complications of Eating Disorders, uno dei membri fondatori dell’ACUTE Center for Eating Disorders presso il Denver Health, nonché fondatrice e direttore medico della Gaudiani Clinic, specializzata nel trattamento dei disturbi alimentari in adolescenti e adulti.

I disturbi alimentari, come l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e tutti i disturbi alimentari non ancora riconosciuti, possono colpire gli atleti, compresi quelli del mondo dell’arrampicata. Gli atleti spesso esercitano una forte pressione su se stessi per mantenere una certa forma fisica e prestazioni, il che può portare a comportamenti alimentari disfunzionali.

In particolare negli scalatori, che possono essere piuttosto ossessionati dai numeri. I loro pensieri sono spesso occupati dai gradi, da quanto peso aggiungere alle soste, da quanti secondi appendere, dal numero di ripetizioni di allenamento e, per alcuni, dal peso e dall’apporto calorico. La maggior parte degli arrampicatori è consapevole del proprio peso e a volte questo può motivare un rapporto malsano, o addirittura pericoloso, con il cibo. Gli atleti di tutti gli sport sono vulnerabili ai disturbi alimentari, all’alimentazione disordinata e alle difficoltà alimentari, e l’arrampicata, in quanto sport gravitazionale, non fa eccezione.

I disturbi e i disordini alimentari nell’arrampicata sono stati per troppo tempo un tabù. Ma non sono qualcosa di sconosciuto. Infatti, in Light, parlando della perdita di peso e dei metodi utilizzati, si dice: “Anche se sapevi che questa persona lo stava facendo e potevi dire che lo stava facendo, e tu lo stavi facendo e l’intera comunità ti lodava per averlo fatto”.

Semplicemente, non se ne parla.

Solo negli ultimi anni, con il crescente interesse medico per i disturbi alimentari e l’aumento del numero di casi in tutto il mondo a seguito della pandemia COVID-19, si è iniziato a parlare di questo argomento. Diversi alpinisti si sono espressi sull’argomento e hanno parlato dei loro problemi con il corpo e con il cibo.

Molto forte è la testimonianza di Beth Rodden, una delle più forti arrampicatrici al mondo (nel 2007 ha aperto Meltdown, uno dei tiri più difficili al mondo), che nell’episodio dell’ottava stagione di Reel Rock, intitolato “This is Beth”, parla del suo rapporto con il corpo e della sua mancata accettazione di sé.All’età di 18 anni ha lasciato il mondo delle competizioni e ha iniziato ad arrampicare soprattutto all’aperto, poiché, come ammette, associava la possibilità di vincere medaglie al numero che appariva sulla bilancia.Con l’aumento di peso, questo non era più possibile.

Anche Jaja Garnbret, una delle più forti arrampicatrici del momento e attuale campionessa olimpica, ha parlato di questo argomento.Il 27 luglio 2023 ha pubblicato sul suo Instagram un post intitolato “Vogliamo crescere la prossima generazione di scheletri? Non giriamoci dall’altra parte”.

I DCA hanno sintomi fisici e psicologici. I segnali psicologici dei disturbi alimentari possono essere: tendenza all’isolamento e solitudine, l’emozione della rabbia, rimuginio, sbalzi d’umore, comportamenti ossessivi e ritualizzati (come tagliare a piccoli pezzi il cibo  o mangiare di nascosto), ansia, depressione, paura di perdere il controllo. Tra i sintomi fisici dei disturbi alimentari possiamo trovare: alterazione del metabolismo, disturbi del sonno, perdita o aumento di peso, indebolimento muscolare.

Se sei preoccupata per la salute di una persona a te cara, allora è importante che tu la incoraggi a cercare una cura il più rapidamente possibile per assicurarsi le migliori possibilità di guarigione. Importante è inoltre cercare di evitare di parlare di cibo e corpo con le persone affette e ricordare.