IL LEPROTTO BISESTILE

La domanda che mi viene rivolta più spesso durante le visite alla fattoria didattica è: “Ma tu fai tutto questo da sola?” E ogni volta, anche se ormai sono passati cinque anni da quando ho iniziato a realizzare il mio sogno, questa domanda mi strappa un sorriso. Certo, perché per quanto una donna di montagna debba essere forte e indipendente, la natura sa rimetterla subito al suo posto, soprattutto in quell’agricoltura fatta di piccoli appezzamenti scomodi e con pendenze importanti. La mia azienda rispecchia in pieno quella che si definisce un’azienda agricola multifunzionale di famiglia. Mi occupo quindi di piante officinali e aromatiche, seguendone tutta la filiera; come in uno slogan pubblicitario posso dire che “dal seme alla confezione finale ci siamo solo noi del Leprotto Bisestile!” Ed è bellissimo, perché questo ci permette di adattare le nostre produzioni alle leggi naturali e non viceversa, in totale armonia.

Preparare sali alle erbe, infusi, confetture dal gusto floreale e creme con erbe selvatiche mi autorizza a sentirmi una donna di altri tempi, che avvolta dal mistero sa dosare le proprie erbe con saggezza e serenità (in altri periodi storici sarei finita sul rogo, forse). Attività che si completa con la realizzazione di cosmesi con gli estratti freschi delle erbe o con la bava di lumaca, potente alleata per la bellezza. Le coltivazioni hanno anche un aspetto più classico con gli ortaggi (in conversione al biologico) che piantiamo in una gran confusione, così i miei genitori definisco l’orto sinergico; e con il mais “Spin” della Valsugana che mi ricorda la mia nonna, Edda, perché le sementi me le ha tramandate lei che nomino sempre col nodo alla gola, perché è lei che viveva in questo maso prima di me, è lei che mi ha trasmesso quest’amore per la natura. Un amore che nemmeno sapeva di avere perché, e la cito: “Le bestie le magna anca el dì de Nadal”, facendomi capire che sì, vivere di agricoltura è molto bello, in senso bucolico, ma certamente impegnativo. Da sempre lei consigliava: “en laoro ala scrivania”, ma quel lavoro io l’ho avuto e l’ho valutato manchevole.

Asini, conigli, galline, oche, anatre, pecore…sono tantissimi gli animali della fattoria di Francesca

Al mattino apro le finestre e vedo la Vigolana, una delle montagne che mi abbraccia e il Lago di Caldonazzo che dolcemente mi culla. Sembra una cartolina. Mi vesto (come capita) e vado dai miei animali, loro mi aspettano, mi riconoscono e mi chiamano.  Vogliono il loro pasto e una bella razione di coccole, così inizia la mia giornata tra gli asini, le pecore dagli occhiali, le galline felici, i coniglietti e tutta la mia allegra tribù di bestiole speciali con cui ho instaurato un rapporto unico, peculiare. Bello direte voi, sì, un po’ meno quando piove a dirotto o nevica, l’acqua degli abbeveratoi si è ghiacciata, un animale non sta bene e non sai come aiutarlo mentre aspetti il veterinario o quando la poiana ha deciso di banchettare nel tuo pollaio o la volpe ha i cuccioli da sfamare. La natura è madre e matrigna, quest’espressione l’avevo colta ancora durante gli studi all’università (ho studiato agraria, per inciso) ma è quando le sensazioni le hai sulla pelle che le capisci davvero. Detto ciò, non cambierei per nulla al mondo quello che faccio, con tutti i pro e contro e spero di poter continuare a lungo con questo mio sogno divenuto realtà.

Per dovere di cronaca la seconda domanda che mi viene posta più spesso è il significato del nome “Il Leprotto Bisestile” e questa spiegazione mi riassume piacevolmente in quanto è un augurio di spensieratezza, di serenità e di non esser schiavi del tempo; così come i personaggi del libro di “Alice nel paese delle meraviglie” rompevano gli orologi, io ogni tanto provo a non guardarli…

Per info: http://www.illeprottobisestile.com/

 

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