“PIACERE SONO MARTISKKA”

Di Martiskka ne trovi una su un milione. Lei, bella, solare, grinta da vendere, una buona dose di autoironia, spontanea, determinata e molto creativa. Si perchè ci vuole davvero tanta creatività per riuscire a conciliare tutte le sue attività quotidiane.

Nell’arco di 48 ore riesce ad allenarsi, gareggiare, lavorare come fotografa e content creator freelance, soprattutto per Salomon, disegnare berretti, gestire tante pagine social e la sua “popolarità” con i suoi oltre 61 mila followers su Instagram. Per chi ancora non la conosce – pochi direi – Martina Valmassoi, classe 1989, atleta veneta di Pieve di Cadore (BL), già membro della nazionale italiana di sci alpinismo, è tutt’ora protagonista nelle competizioni internazionali, anche di skyrunning e trailrunning. Le prime medaglie sono arrivate dallo sci alpinismo, nelle gare italiane, per poi diventare una campionessa di livello internazionale.

Martina Valmassoi e Elena Nicolini

Martina, iniziamo parlando della stagione invernale appena andata in archivio nella quale hai collezionato dei bei risultati quest’anno: seconda alla Transcavallo, seconda alla Pierra Menta in coppia con Elena Nicolini e prima – con record della gara – al SellaRonda con Laetitia Roux. E come hai rivelato, con soli (si fa per dire) 100.000 metri di dislivello con gli sci ai piedi.

Diciamo che è stata una stagione un po’ particolare. Sono partita motivata per lo sci, ma il fatto che non veniva la neve e poco tempo per allenarmi… l’entusiasmo è un po’ calato. Ho fatto pochissime gare, ma sono sempre andata bene. Nonostante il poco allenamento, ho fatto bei risultati. Soprattutto al Sellaronda con i piedi che mi ritrovavo, non pensavo di fare addirittura il record della gara. Fino a due giorni prima della competizione, infatti, non riuscivo nemmeno ad infilare gli scarponi, andavo in giro con gli infradito. Credo che sia successo perché quest’anno appunto, sono andata ad allenarmi solo con gli sci da gita, facendo poche gare, e non ho mai trovato condizioni di neve fresca, poi ho cambiato anche le scarpette: le ho prese più grosse. Insomma una serie di circostanze che hanno fatto si di trovarmi al Sellaronda con i piedi distrutti dalle vesciche, solo il fatto che correvo con Laetitia mi ha dato la forza per affrontare la gara. In gara non ho sentito male ai piedi, ero molto concentrata. Se pensi al male, sicuramente ti blocchi e non arrivi in fondo.

Martina al cambio pelli

L’anno scorso, in questo periodo, hai vinto la Trentapassi dopo l’infortunio, quest’anno annullata causa maltempo, a che punto sei con la tua preparazione per la corsa?

 Mi è dispiaciuto per gli organizzatori della Trentapassi, ci tengono davvero tanto e gli dispiaceva proprio. Io al momento sto preparando la 90 km del Monte Bianco, di fine giugno: è la gara più lunga che io abbia mai fatto. Sono 6.400 metri di dislivello, è da tre anni che voglio farla. Volevo già gareggiare due anni fa, ma mi sono infortunata. Mi piace quella gara, soprattutto per il percorso fantastico e per i sentieri che sono molto tecnici, è una delle gare più belle che ci siano. Come trail runner, non sono tanto veloce, sono più tecnica e in quella gara ci sono discese molto impegnative, dove io posso dare il meglio. È la gara che ho sempre sognato, ma è molto vicina e con il tempo che c’è stato….vediamo come andrà.

Martina Valmassoi

Però alla Montblanc Marathon andrai anche a lavorare, perché sei anche una richiestissima fotografa e content creator e, quest’anno, lavorerai per Salomon davvero a tante altre competizioni in giro per il mondo, dalle Canarie, passando per Limone per finire in Nepal..

Sono una freelance, non sono dipendente Salomon, ma lavoro quasi esclusivamente per loro come fotografa e come creatrice di contenuti, gestisco da solo la pagina Instagram di Salomon Running, e altre 4 pagine social, oltre al mio profilo personale. Questo è il quarto anno che faccio questo lavoro, sono molto flessibile, faccio foto, video, stories, a seconda delle richieste. Quel week end della Mont Blanc Marathon sarà davvero duro: il venerdì gareggio alla 90 km e la domenica lavoro per la 42 km. Insomma non avrò tanto tempo per riprendermi, ma non è la prima volta che mi succede. L’anno scorso ho gareggiato al Trofeo kima e il giorno dopo ero a lavorare sulla 100 km del Bianco.

Quanto è difficile conciliare allenamenti con il tuo lavoro in giro per il mondo?

Dunque, essendo la gara del Monte Bianco abbastanza presto, appunto a fine giugno, ho solo due appuntamenti di lavoro prima di quella competizione: la Zegama e la Transvulcanica, quindi sono abbastanza libera per allenarmi. È comunque sempre importante partire per gradi, ho iniziato la preparazione un mese fa. Faccio circa 100 km alla settimana, per un totale di 20 ore di allenamento. Comunque mi alleno molto anche camminando, cammino tanto per costruire la base, una base di allenamento essenziale per arrivare a fine stagione.

In cosa consiste la tua collaborazione con Insane Inside? Con questo progetto fai emergere la tua vena artistica…

Io sono la designer dei cappellini, sono stati creati da una mia idea: io non avevo i soldi per partire con l’attività. Io creo i disegni che vedi sui cappellini e gestiscono i social. Non si vede, ma non corro e basta, faccio tante cose, spendo ore e ore al pc.  Da gennaio gestisco la pagina Instagram di Salomon Running, scrivo i post e faccio le stories: è il mio lavoro principale, ma gestisco appunto altre 4 pagine social, un lavoro non da poco.

Con la sua linea di berretti Insane Inside

Come è nata la tua passione per i social che ti ha portato ad avere così tanti followers?  61 mila sono davvero tanti…

Si, stare sui social e gestirli mi riesce naturale, ma non mi piacciono tanto. Nel senso che ogni tanto mi piacerebbe disconnettermi, ma non posso, devo essere sempre attiva se voglio fare un buon lavoro. Comunque la mia pagina personale mi piace gestirla, voglio mostrarmi realmente per quella che sono, far trasparire la mia vera personalità. Penso che la gente appunto mi apprezzi per questo, perché vede in me onestà. Sui social vedi tanta falsità e vite non reali, alla fine la gente se ne accorge. Poi io sono molto autoironica, e anche questo penso piaccia, la gente sta sui social per svagarsi, alcune persone non hanno realmente capito come stare sui social, vogliono solo promuoversi e ostentare, ma ne escono male. Penso che sia anche un dono saper gestire e trasmettere qualcosa attraverso i social.

Negli sport di montagna, come il trail running o lo scialpinismo, le donne hanno dei vantaggi?

 Secondo me nelle gare ultra, le donne sono più forti. La donna riesce a gestire meglio una gara lunga. Più lunga è la distanza, più la testa entra in gioco. Generalmente siamo più pazienti e sappiamo gestire meglio le energie. Tutti riescono a partire forti, ma per arrivare alla fine devi avere idea di come pianificare la gara e testa e cuore per arrivare fino in fondo. Gli uomini sono più orgogliosi e, magari, quando vedono una donna alle loro spalle, danno tutto quello che hanno per non farsi battere, ma dopo scoppiano. Mi è capitato diverse volte di vedere uomini che sulla carta non dovrebbero nemmeno farsi avvicinare dalle donne che magari la prendono nei denti.

Pensi ci sia equità tra uomini e donne negli sport di montagna?

Io sono un po’ della vecchia scuola, sarei rimasta a fare le gare lunghe di scialpinismo come gli uomini. Ci sono pochissime gare dove ci sono i montepremi uguali per uomini e donne nello scialpinismo. È tutta una catena: se donne e uomini venissero premiati allo stesso modo, le donne avrebbero più stimoli. In questo modo le donne partono già svantaggiate. Almeno per le gare internazionali, i premi devono essere uguali: la fatica la facciamo uguale. Nella Pierra Menta, ad esempio, l’investimento è grande, sono 600 euro, le quarte prendono uno zaino e i metri di dislivello sono 10 mila. Le donne forti ci sono ed è giusto che vengano trattate allo stesso modo degli uomini. Una delle poche gare in cui donne e uomini vengono trattati alla stessa maniera, è il Sellaronda.

Il sogno di Martina? Fare la fotografa con i “suoi” tempi

Cosa ti piacerebbe fare “da grande”?

A me piacerebbe continuare con la fotografia, ma rallentare, perchè viaggio e faccio una fotografia dove è necessaria la velocità, cogliere l’attimo, il traguardo, ecc. Mi piacerebbe dedicarmi a servizi fotografici con più calma, dove decido io dove andare e che atleti portare. Ma al momento sono comunque soddisfatta del mio lavoro. Pensa tre anni fa lavoravo al negozio Vertical di Arco e adesso giro il mondo. Ho preso una decisione drastica, ho mollato il lavoro a tempo indeterminato da un giorno all’altro. Sarebbe potuta andate male, potevo trovarmi anche senza lavoro. Ho rischiato, ma dall’altra parte mi adatto facilmente a fare tutto. Ho fatto tutti i lavori possibili e immaginabili. Non ho fatto l’Università, perché non sapevo quale scegliere e non volevo perdere tempo, perciò mi sono detta: faccio un corso per avere qualcosa in mano e quindi ho fatto un corso per diventare estetista a Bolzano. Non ho mai però lavorato come estetista, non è proprio il mio campo, ogni tanto mi metto lo smalto e mi faccio la ceretta da sola, ma nulla più!

 

 

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