ELEONORA ORLANDI E LA VITA IN RIFUGIO

Oggi siamo saliti fin al Rifugio Altissimo incuranti di qualche goccia di pioggia per incontrare la nostra “donna di montagna”. Figlia del noto alpinista Elio, Eleonora Orlandi, 27 anni, rifugistamaestra di snowboard, accompagnatore di territorio e appassionata di viaggi, si mostra da subito una persona solare e disponibile e affabile. Eleonora, originaria di San Lorenzo in Banale, gestisce da due anni il rifugio, ed è praticamente di casa, visto che la mamma Nora Rigotti gestiva il rifugio sul Baldo alla sua nascita e la piccola Eleonora ci ha passato tutte le estati fino agli 8 anni. 

Il suo entusiasmo ci contagia così ci dilunghiamo in una lunga chiacchierata. Solo dopo, ripensandoci, mettiamo su carta quella che solo, tecnicamente, si rivelerà un’interessante quanto piacevole intervista. 

Il rifugio è dentro di te fin dalla nascita. In breve da chi hai ereditato la passione per la vita di montagna? 

Fin da quando avevo quattro anni, mio padre mi metteva nello zaino e mi portava a fare delle gite in montagna, sia a piedi che con gli sci d’alpinismo. Ero spesso con lui. Aveva la voglia di trasmettermi l’amore per la montagna. Ho avuto la fortuna di passare parte della mia infanzia in  baita o al rifugio. Il gioco, la libertà di correre nei prati, le passeggiate con i cani, le sciate, le arrampicate. Son cresciuta con la montagna vivendo di sensazioni.  

Eleonora, ad un anno, con il papà Elio Orlandi

Lontana dalla città e dalla vita mondana. Ne senti la mancanza? 

Di mio ho sempre vissuto in relazione con la montagna afferrando ciò che mi trasmette di forte e di bello e in essa ho sempre trovato la ricerca di me stessa. Nei momenti difficili anche la lettura di un libro in un prato o una passeggiata sul sentiero mi sono stati d’aiuto. Quando scendo dal rifugio o “esco” dall’ambiente montano, vedo le mie amiche, usciamo insieme. Tutto fa parte della mia vita. Ho trovato il mio equilibrio.  

In montagna sempre più donne prendono le redini dei rifugi…quale il tuo pensiero? 

Al giorno d’oggi la “differenza” uomo-donna rifugista si è di molto assottigliataGestire un rifugio non è comunque facile. Molti sono ancora i pregiudizi, ma se una donna ha voglia di mettersi in gioco e dare tutta se stessa ci riesce. Molte sono le problematiche tecniche della struttura e per questo la presenza della figura maschile è importante. Certo che la sensibilità di una donna al rifugio è sicuramente un valore aggiunto. Il rifugio anche ora è visto e considerato come la casa degli alpinisti, da qui il fatto di essere una grande famiglia. 

Eleonora felice davanti al Rifugio Altissimo

 Anche la tua è una scelta coraggiosa. Sei ormai  un’imprenditrice di montagna. Quali gli stimoli per continuare su questa strada? 

Ci sono delle difficoltà, ma quello che il rifugio stesso, il luogo in cui sorge, la gente che lo frequenta riescono a darmi sono stimoli sia per la mia crescita personale che per continuare su questa strada.  

Eleonora guarda dalla finestra del rifugio Altissimo

N.B. Raggiungibile sia da Brentonico che da Malcesine, il rifugio Altissimo Damiano Chiesa è in grado di sorprendere i suoi frequentatori in ogni periodo dell’anno. La strutturaè sempre aperta durante l’estate mentre nelle mezze stagioni o durante l’inverno apre per i fine settimana o per qualche evento particolare. La vista panoramica sul Lago di Garda lascia a bocca aperta. L’ambiente è accogliente e lo staff, giovanile, motivato e disponibile. 

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