Quattro ragazze, una sfida e una traversata. Il team #DonnediMontagna questa settimana si è cimentato nella traversata che dalla conca del Ciampedie porta al Col Rodella, in val di Fassa, nel cuore del Gruppo del Catinaccio- Rosengarten.
Marta, Beatrice, Catia, (Andreas) ed io siamo partiti la mattina presto da Vigo di Fassa, prendendo la prima funivia delle 8 che dal paese, in tre minuti arriva al Ciampedie. L’obiettivo era arrivare al Col Rodella prima delle 17.30, orario dell’ultima corsa per Campitello di Fassa, dove avevamo parcheggiato la seconda macchina.
Secondo voi ce l’abbiamo fatta a completare la traversata in 8 ore?! La risposta è ovviamente affermativa, ma abbiamo dovuto correre e saltare il pranzo, perché dovevamo anche dedicare minuti preziosi alle riprese. La traversata è un totale di circa 25 km per 1500 metri di dislivello: i più allenati possono farla in giornata (ricordatevi che l’ultima corsa per Campitello è alle 17.30), ma si consiglia comunque di farla in due giorni fermandosi a pernottare in uno dei rifugi sul percorso. Al ritorno c’è la possibilità di prendere anche l’autobus di linea che da Campitello vi riporterà a Vigo di Fassa.
A breve potrete, infatti, vedere il video completo sui siti dei quotidiani locali: l’Adige, il Trentino e l’Alto Adige.
PRIMA TAPPA: Rifugio Ciampedie- Gardeccia
Alle 8.15 siamo partiti dalla conca del Ciampedie (1.998 metri) per arrivare in circa 30 minuti al rifugio Gardeccia. La strada è praticamente in piano, si segue subito sulla sinistra il sentiero 540 che arriva al Gardeccia. Un bel riscaldamento per iniziare con il piede giusto la traversata. Il tempo è caldo, e la giornata soleggiata. Il meteo è dalla nostra parte fino alla tarda serata!
SECONDA TAPPA: Gardeccia – Rifugio Vajolet
Qui il sentiero inizia ad inerpicarsi, e il dislivello inizia a salire. Dai 1.949 metri del rifugio Gardeccia si sale a quota 2.243 dei Rifugi Preuss e Vajolet. Da qui si potrebbe prendere il sentiero a sinistra che porta alle famose e rinomate Torri del Vajolet e al rifugio Rè Alberto, ma questa è un’altra storia.. Noi continuiamo invece il nostro percorso verso Rifugio Passo Principe (2.600 metri).
TERZA TAPPA: Vajolet – Passo di Antermoia
La terza tappa si può dire essere quella più impegnativa, visto il dislivello e la difficoltà del terreno. Si passa dai 2.243 metri del rifugio Vajolet ai 2.770 metri del Pas de Antermoia, punto più alto della nostra traversata. Saliamo per la valle del Vajolet seguendo il sentiero 584, costeggiamo il rifugio Passo Principe (2.600 metri) e saliamo sulla destra dalle roccette, per arrivare al Passo di Antermoia. Abbiamo già percorso circa 800 metri di dislivello per circa 10 km. Sono le 11 e siamo in perfetto orario sulla tabella di marcia.
QUARTA TAPPA: Pas de Antermoia – Rifugio Antermoia
Scendiamo nel vallone e ci troviamo ad affrontare un pezzo in discesa nella neve. Lo affrontiamo senza problemi, con l’aiuto dei bastoncini che a volte porto nello zaino per lunghi trekking o per affrontare tratti più impegnativi, magari con presenza di neve come in questo caso. Si apre davanti a noi un paesaggio pazzesco: il lago di Antermoia, questo gioiellino incastonato nella roccia a pochi passi dal Rifugio Antermoia (2.497 metri). Davanti al lago ne approfittiamo per le foto di rito con cellulari, go pro e macchina fotografica.. chi più ne ha più ne metta.. e per un immergere i piedi nell’acqua gelida: rigenerante!
Ci fermiamo al rifugio a salutare il gestore Martin Riz e per bere qualcosa prima di ripartire con il nostro trekking. Da questo punto si può tornare indietro e ritornare al Ciampedie per riprendere la funivia che riporta in paese: una delle gite più apprezzate e appaganti!
QUINTA TAPPA: Rifugio Antermoia – Ciarejoles
Ripartiamo circa verso le 13. Andiamo in quota un pezzo fino Sas de Dona, da qui si inizia a scendere sulla sinistra fino al bivio Ciarejoles (2.279 m). Qui si apre una vallata tutta verdeggiante, con panorami unici, la nostra meta è ancora lontana.. la intravediamo come un “vulcano” che sbuca in lontananza davanti alla Marmolada.
SESTA TAPPA: Ciarejoles – Passo del Duron
Da Ciarejoles (2.279 m) ci sono diverse alternative. Noi abbiamo scelto l’itinerario che ci consentiva di perdere meno quota possibile. Siamo quindi scese con il sentiero 555 fino alla sorgente Fighela (1.955 metri), nel cuore della Val Duron, e risaliti fino al Passo del Duron (45 minuti) a quota 2.204 metri passando per Malga Docoldaura (2.046 metri). Un itinerario che attraversa prati fioriti e ci fermiamo ad annusare le negritelle, i salici, i ranuncoli e le orchidee: una incredibile varietà di piante fiorite.
L’alternativa sarebbe stata quella di andare fino al Rifugio Micheluzzi e poi risalire fino al Col Rodella oppure scendere dalla Val Duron fino a Campitello di Fassa in due ore, ma ci saremmo persi tutta la parte in cresca al confine con Alto Adige.
SETTIMA TAPPA: Passo del Duron – Rifugio Sasso Piatto
Si imbocca il sentiero numero 594/4, sugli Ores de Fascia (Cresta di Siusi), costituita da nere rocce vulcaniche fino al rifugio Sass Piatto (2.300 metri). Lungo la cresta si possono godere superbi panorami anche sul versante opposto, con l’Alpe di Siusi e le Odle in primo piano. Guardiamo l’orologio e segna le 16 di pomeriggio, mancano ancora 5 km e un’oretta e mezza di strada. Capiamo che se acceleriamo leggermente il passo, arriveremo in tempo per prendere l’ultima corsa delle 17.30. Siamo fiduciose! Mangiamo frutta secca, beviamo un thè freddo e siamo pronte per l’ultima tappa finale che ci porterà al Col Rodella.
OTTAVA TAPPA: Rifugio Sasso Piatto – Col Rodella
Ci incamminiamo lungo il sentiero numero 557 denominato Friedrich August Weg, da re di Sassonia appassionato botanico, consueto visitatore di queste zone. Si cammina lungo un comodo sentiero con dislivelli minimi, attraversando le pendici prative del Sasso di Levante e del Sasso Piatto (Sas Piat), incontrando i rifugi Sandro Pertini (2.300 metri) e Friedrich August (2.298 metri). Ultima fatica finale: la salita che porta al Col Rodella (2.484 metri). Ed ecco che riusciamo a prendere l’ultima corsa disponibile e scendiamo in funivia fino a Campitello di Fassa. Con la seconda macchina – parcheggiata nel parcheggio della funivia – torniamo a Vigo di Fassa, alle ore 18.