La mia prima cordata in rosa

Negli anni si sono susseguite tante prime volte: da quella in cui calzai un rudimentale paio di scarpette, alla prima via lunga, la prima cascata di ghiaccio, il primo quattromila, il primo bivacco sotto le stelle… potrei portare infiniti esempi, soprattutto perché sono sempre sensibile verso determinati dettagli, per me rivestono molto significato. Nulla è scontato, mai. Ma oggi voglio raccontarvi di una prima volta particolare: quella in una cordata composta da sole donne!

Era una mattina di febbraio, molto prima dell’alba. Mi trovavo ad aspettare con nervosismo crescente uno dei miei soci per una salita, ma non arrivò mai. Sveglia non suonata, rimasto addormentato. Ad una certa ora, dopo decine di tentativi di mettermi in contatto con lui – telefono spento – girai i tacchi con un umor nero che non descrivo e – avendo in auto anche gli sci d’alpinismo – me ne andai per conto mio a fare una gita. Mentre risalivo il pendio mi parve di riconoscere una ragazza con cui avevo già avuto modo di parlare qualche volta in palestra, così cercai di raggiungerla. Era proprio lei. Continuammo la gita insieme ed organizzammo per l’indomani una bella combinazione di gita in sci al mattino e arrampicata in falesia al pomeriggio. Ne fui felicissima.

Gita scialpinistica al femminile in Valle Vermenagna

Ora finalmente, dopo la lunga interruzione dovuta alla quarantena, siamo riuscite a ritrovarci e abbiamo organizzato una scalata insieme, con noi anche un’amica comune. Dopo esserci incontrate a Cuneo, saliamo in alta Valle Maira, raggiungendo l’abitato di Chiappera; questo è il punto di partenza per numerosi trekking in un ambiente da favola, ma anche per le scalate nel gruppo Castello-Provenzale. Noi siamo dirette proprio qui e tra alcune possibilità che ci siamo date abbiamo optato per una combinazione di vie classiche a chiodi tra le più belle, sulla est della Rocca Castello.

All’attacco della via Balzola

Abbiamo seguito i primi tre tiri della Via Balzola (Luigi Balzola, Giuseppe Marchese, 29 Maggio 1955), con un traverso ci siamo portate alla base dello spettacolare Diedro Calcagno (Gianni Calcagno, Lino Calcagno, Luigi Coluccini, Giovanni Scabbia, Gianfranco Negro, 15 maggio 1965) uscendone poi per la variante Savio e arrivando in vetta con un’ultima facile lunghezza di corda. Si tratta di vie attrezzate a chiodi, da integrare in alcuni tratti, le cui soste sono state riattrezzate con spit, catena e anelli di calata nel 2018. La prima volta che venni qui erano ancora a chiodi! Abbiamo portato con noi una selezione di nut, che molto si prestano alla quarzite del gruppo Castello-Provenzale, e una serie di friend fino al 2BD. Abbiamo effettuato la discesa in corda doppia lungo la via della Diagonale est, considerata la via normale, dove si trovano numerosi punti di sosta attrezzati per la calata

Nel Diedro Calcagno

Avevo già percorso questo concatenamento a tiri alterni con il mio compagno e una prima volta in precedenza da seconda, salendo però i primi tiri della via Sete d’Oriente invece di quelli della Balzola, sempre a chiodi – soste incluse – ma con più ingaggio e meno ripetizioni. Proprio non avrei immaginato che in questa occasione avrei avuto l’onore di salire tutti i tiri da capocordata, ricevendo incitamenti e complimenti dalle socie, cosa a cui non sono assolutamente abituata e che quasi non sapevo gestire emotivamente, poiché nella vita sono più abbonata a negazioni e svalutazioni. Quasi che una carezza ti spaventa, non so se rendo l’idea. Tant’è che quasi non so se basta dire “grazie”. Nonostante la paura di sbagliare qualsivoglia cosa e il mio abituale velo di imbarazzo mi sono divertita tantissimo e ho cercato di dare il meglio nella scalata. Non solo siamo state veloci a scalare, ma anche efficienti nelle manovre: che soddisfazione! E un tantino competitive abbiamo superato una cordata di ragazzi… ma questa è un’altra storia!

Sulla Variante Savio (VI+)]

Sono gratissima per questa esperienza e spero davvero che possa essere la prima di una lunga serie. Per me è sempre stato difficilissimo trovare altre ragazze con cui scalare in montagna. Un conto sono le gite di scialpinismo, i ritrovi in palestra, ma appena c’è di mezzo una corda le cose si complicano notevolmente e non ho mai avuto fortuna. Magari ora abbiamo piantato un semino, chissà…

La foto di vetta tutte insieme? Già stampata! Grazie ragazze!

 

 

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